
Tra i vari metodi messi a punto per questi progetti, vi sono sicuramente tecniche tradizionali e tecniche più innovative: le prime rappresentano sostanzialmente un porto sicuro in cui ogni investitore prima o poi approda; le seconde, però, contengono in sé il germe del successo e se, ben utilizzate, possono rappresentare non solo un’aggiunta ma anche un’alternativa alle più tradizionali.
Per quanto riguarda le strategie più in uso da largo tempo, ricordiamo per esempio l’acquisto di oro, che per lungo tempo è stato considerato un bene sicuro, in quanto non soggetto all’inflazione ed alle conseguenze delle tempeste finanziarie che invece coinvolgono i liquidi. Proviamo quindi a rispondere ad alcune domande, per esempio a quella relativa alla convenienza effettiva di acquistare lingotti d’oro; è normale, vista la presenza di numerose strategie anche più innovative, chiedersi se valga ancora la pena fare un investimento del genere, e quali siano eventuali svantaggi e vantaggi di questa operazione, con le relative tassazioni in merito. Cerchiamo di rispondere, nei prossimi paragrafi, a questi dubbi e perplessità.
Comprare e investire in oro conviene: i vantaggi di comprare lingotti d’oro

Ma perché, nello specifico, dovrebbe essere conveniente proprio il lingotto? Principalmente, lo è per i seguenti motivi:
1. È meno costoso della moneta
Questo avviene per un semplice motivo: è un blocco, che quindi non è stato soggetto a disegni o lavorazioni che hanno richiesto tempo e manodopera. Pertanto, è più economico di una qualsiasi moneta d’oro;
2. Può essere conservato facilmente
Pertanto, può essere stoccato in modo facile, e non richiede moltissimo spazio, anche a parità di peso rispetto alle monete. Un metodo interessante per avere a portata di mano una fonte di ricchezza che è in grado di dare tanto, chiedendo veramente poco.
3. Comporta l’attestazione di tutti i vantaggi generali della conservazione dell’oro
Quindi, acquistare questo metallo prezioso sotto forma di moneta o di altro, non comporta la perdita del suo valore né dei vantaggi che la sua conservazione permette di avere. Può essere facilmente trasportabile, è immediatamente disponibile e può essere convertito in denaro in caso di emergenza, e rappresenta una fonte di ricchezza veramente sicura. Pertanto, conviene sempre prendere seriamente in considerazione questo metodo qualora si abbia la possibilità di fare un investimento del genere.
Investire in oro pro e contro

Viene da chiedersi se ci siano però anche degli svantaggi in questa scelta.
È considerato il bene rifugio per eccellenza, però vale sicuramente la pena soffermarsi anche su aspetti che magari non sempre sono presi in considerazione (e che invece meriterebbero una certa attenzione). Infatti, vi sono anche dei contro per chi decide di pianificare un progetto di investimento attraverso l’acquisto e la conservazione di questo bene.
Prima di tutto, occorre specificare che esso è adatto a chi intende mettere a frutto il proprio denaro attraverso un progetto a lungo termine, ma se il proprio piano è di breve durata, non ha senso perdere tempo con questo genere di capitalizzazione.
Inoltre, è un bene sicuro contro l’inflazione al ribasso (che è quella pericolosa in quanto comporterebbe la perdita dell’intero capitale) ma non lo è contro quella al rialzo: il suo valore, in sostanza, rimane sempre uguale nel tempo.
Bisogna infine considerare anche le spese collaterali, che possono influire sul rendimento nel tempo.
Conviene investire in oro fisico o finanziario: tassazioni

Questo metodo è una interessante strategia per investire ma è anche soggetto ad alcune regole. Affidarsi ad un consulente legale potrebbe essere un ottimo metodo per evitare rischi e sanzioni dovute alla scarsa conoscenza delle leggi in merito (e quindi anche per sentirsi adeguatamente tutelati).
È bene chiarire che non vi è tassazione sul possesso, ma c’è una regola fondamentale che deve essere seguita: infatti, è necessario, per essere a norma di legge, dichiarare il possesso all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia) entro la fine del mese successivo alla compravendita se il valore è pari o superiore ai 12.500€. Nel caso in cui però un privato decidesse di venderlo, il guadagno maggiorato che eventualmente deriverebbe dalla sua operazione (che si chiama plusvalenza) è soggetto al pagamento di una imposta con una aliquota del 25%; va da sé che la conservazione della fattura d’acquisto gioca un ruolo determinante, perché è prova del prezzo di acquisto e contestualmente può determinare l’importo della plusvalenza su cui verrà calcolata la tassa.